sabato 19 dicembre 2009

"... ai Suoi ordini ..."

Comincia questa “attività” ma il pensiero non resta … va oltre … nessuno parla ma pesano gli sguardi degli uomini nell’ascoltare le mie valutazioni senza senso accompagnate da direttive errate … come un malato che dopo anni ritorna dal coma mi ritrovo spaesato a chiedermi perché … perchè proprio oggi … perchè proprio tu … con i miei sogni occulto la quotidianità ben consapevole che la realtà non andrà via, che rimarrà in agguato pronta a mostrarsi prima o poi in tutta la sua crudeltà ... la porta chiusa ma la tua presenza aleggia in tutto il luogo … qui tutto sa di te, i mobili, gli oggetti, persino le pareti color pastello adorne di “calendari misti” per non “scontentare” nessuno … “posso entrare?” - un cenno di assenso della segretaria … busso … mi accogli con uno sguardo asettico pronto a divenire dolce quando la porta si richiude alle mie spalle … impacciato ti guardo e subito dal “lei” passi al “tu” … mi parli, forse ti ascolto … o forse no … ed io, forse rispondo o forse sussurro … chissà se afferri le mie idee, chissà se percepisci le mie emozioni quando mi prendi la mano per stringerla lievemente tra le tue … ancora tu, bella più che mai, ancora tu capace di parlare di lavoro come se stessi raccontando una fiaba, ancora tu col sorriso accattivante e allo stesso tempo accogliente … il tuo sorriso … si il tuo sorriso … Dio, se potessi lo porterei via con me … passi al di la della parete, gente che attende per parlare con te, capisco che devo andare … mi alzo mentre lentamente fai il giro della scrivania per stringermi in un abbraccio che mi accompagnerà per tutto il giorno … per tutta questa lunga giornata … o forse per tutta la vita … le labbra che si toccano per qualche istante o forse per l’eternità … adesso devo proprio andare … so che non ti fidi di me, in fondo nessun “branco” mi sostiene, ma vorrei comunque dirti che sei il mio desiderio, il mio sogno racchiuso in una bolla di sapone che va alla deriva spinta via dal vento del destino … una bolla di sapone così fragile che persino un soffio di cielo potrebbe danneggiare e quando questo accadrà il mio sogno andrà perduto … andrà perduto per sempre lasciando solo un tenue ricordo a lungo riflesso nel mio cuore … vorrei raccontarti tutto questo mentre ti guardo un’ultima volta prima di allontanarmi dalla stanza … vorrei supplicarti di proteggere quella bolla … vorrei dirti … vorrei dirti che “io ti amo” … ma non posso e allora, come in un vecchia favola, sostituisco quelle parole con altre ugualmente solenni: “ai Suoi ordini” e tutte le volte che le pronuncerò saprai che in realtà vorrò dire: “io ti amo” … sarà il nostro segreto … uno dei tanti … mi fermo ancora sulla porta per salutarti con un sonoro “buongiorno” pronunciato a voce alta affinché tutti sentano …
… “ai Suoi ordini” sussurro invece mentre mi allontano …



Maluan

mercoledì 28 ottobre 2009

Tempo senza eroi


Passi risonanti in corridoi vuoti,
voci sussurrate in stanze senza arredo,
urla soffocate in corpi privi d’anima …
… vendi il tuo inutile sapere
e circondati di gloria rubata,
vivi sino in fondo la tua era,
intrappolato in una clessidra rotta,
che la sabbia dei secoli non sa più far scivolare …
Non esistono più eroi
ma soli corpi accovacciati nella roccia,
preda di tempeste ed uragani.

Maluan

mercoledì 29 luglio 2009

La trilogia del Demone - 1° parte - Il Demone della stanza


Semaforo rosso attesa snervante ... nervosamente tamburello con le dita sul volante della "Punto" ... la ripartenza liberatoria è ostacolata dalla lunga fila di auto in coda ... sono quasi giunto ma la distanza pare enorme ... il cellulare continua ad emettere suoni brevi ma intensi, sms impazienti che mi avvisano che sei già arrivata ... imbocco finalmente il viale che conduce al cortile della vecchia casa d'epoca, luogo abbandonato ove recitare le scene più scabrose del nostro "Ultimo tango a Parigi". Eccoti lì con un jeans stretto che evidenzia ogni forma ... così come è aderente la camicetta bianca che lascia intravedere, dal leggero tessuto, turgidi capezzoli eccitati ... ti avvii senza aspettarmi ma il tuo accattivante sorriso mi dimostra che non sei per nulla irritata dal mio ritardo. Infili la chiave nella toppa e apri il pesante portone del palazzo ... ambienti semibui e intriganti salutano il nostro ingresso ... di tanto in tanto persiane divelte permettono l'accesso ad ampi fasci di luce che, proiettati sulle pareti, evidenziano infiniti granelli di polvere ... mi precedi sulla lunga scalinata, portamento eretto e punta delle dita che sfiorano la balaustra in marmo, sai quanto mi piace osservarti mentre sali, sai quanto mi piace ripercorrere con lo sguardo ogni angolo del tuo corpo ... continuiamo a salire verso il secondo piano ... accelero il passo e mentre ti raggiungo ti sfioro con la mano la schiena soffermandomi a giocherellare con la fibbia del reggiseno ... giungiamo sul pianerottolo e seguendo un copione a lungo collaudato, ti poggi contro il muro ... la mia mano sul tuo viso ... faccio scorrere il pollice lungo le labbra rosse e umide aspettando che la punta della tua lingua inizi a stuzzicarmi il polpastrello. il rossetto oramai disfatto si diffonde ovunque mescolato al lieve strato di saliva prodotto dal movimento circolare della lingua ... mi allontani e riprendi a salire, questa volta più velocemente ... entriamo nella stanza vuota, arredata solamente da un materasso poggiato direttamente sul pavimento dell'ampio salone ... ti spingo contro l'angolo vicino e inizio a toccarti il seno ... ma non subito ... non subito ... con l'esterno della mano sfioro appena la camicetta di seta soffermandomi con le nocche delle dita sulle protuberanze dei capezzoli ... l'indice accenna appena ad infilarsi nello spazio presente tra i due bottoni ... lentamente, tanto lentamente ... avverto ora il tessuto del reggiseno ... per un attimo ripercorro col polpastrello il contorno del pizzo avvertendo nel contempo la pelle calda e morbida ... ti sento ... mi senti ... senti il mio desiderio ... il mio respiro diventa affannoso ... per un attimo ci guardiamo con quello stesso sguardo che tanti hanno definito "famelico", uno sguardo privo di amore, privo di volontà, privo di ragione ... la stanza pare abitata da un Demone capace di evocare in noi solamente pensieri e comportamenti primordiali, animali ... improvviso come sempre e tu come sempre mi lasci fare, avida e allo stesso tempo impaurita ... ha inizio il nostro "gioco", sai che puoi fidarti ma al contempo non sai quanto io possa spingermi con il mio "giocare" ... ma in fondo sei qui per questo ... mi piace assaporarti poco alla volta e mi piace concedermi a te allo stesso modo ... ti sfilo i jeans sino alle ginocchia mentre il demone all'orecchio mi suggerisce divertito quello che devo fare ... atti sempre diversi, sempre nuovi, sempre più scabrosi, atti che ti faranno, che ci faranno superare traguardi sino a quel momento ritenuti irraggiungibili ... alcune ore dopo ci ritroviamo nudi sul materasso ... guardi il soffitto estasiata massaggiandoti a turno i polsi resi lividi dal cavo dell'antenna TV che precedentemente con foga ho strappato dal muro: "Demone dispettoso che cosa mi fai fare!!" ... poteva andare peggio, come quella volta che ho trovato una catena ... ma questa è un'altra storia ... apro un contenitore di cibo giapponese e comincio a mangiare direttamente con le mani ... mi guardi divertita: "fai l'amore come mangi", mi sussurri all'orecchio e come tutte le volte ti accovacci alle mie spalle a mo' di zaino facendomi sentire il calore del tuo corpo nudo ... avverto che stai bene, sei appagata, soddisfatta ma so già che nei prossimi giorni mi chiamerai infuriata accusandomi che per colpa mia non sai più fare l'amore "normalmente" e che di questo se ne è persino accorto il tuo fidanzato del momento ... e dopo infinite discussioni sulla cosiddetta normalità mi giurerai piangendo che non ci rivedremo mai più anche se in cuor tuo sai già che non sarà così perchè:

"... io sono l'altro ... l'altro che tradisce e che ti fa tradire ..."

La sera score velocemente sorprendendoci ancora nudi nella stanza oramai buia illuminata appena appena dalle luci dei lampioni del parco sottostante ... abbracciati analizziamo ogni rumore circostante amplificato dal silenzio della casa vuota, mentre il Demone ingordo mi invoglia a continuare ... sei stanca ma sai già che dovrai soggiacere a questo mio desiderio finale ... e sarà proprio questo senso di sottomissione a provocare in te una nuova e convulsa eccitazione che ti condurrà verso nuovi amplessi violenti che metteranno fine a questo lungo pomeriggio di sesso ... sesso a cui non puoi negarti perchè:

"... io sono l'altro ... l'altro che cerchi per fare sesso quando sei stanca dell'amore ..."

Maluan

domenica 12 luglio 2009

Io sono l'altro

Io sono l’altro,
l’altro che fugge,
l’altro che tradisce e che ti fa tradire,
l’altro che accoglie ma che allo stesso tempo respinge,
l’altro che non prega ma si dispera,
l’altro che è dominato dall’ira,
l’altro che impreca, che urla e che ribolle,
l’altro che ama,
l’altro che si strugge,
l’altro che cerchi per fare sesso, quando sei stanca dell’amore,
l’altro che sente ogni tuo respiro,
l’altro che scuote tutto il suo essere se non riceve una telefonata,
l’altro che non può più recriminare,
l’altro che ti fa piangere ma che poi asciuga ogni tua lacrima,
l’altro che assorbe ogni tuo dolore,
l’altro che ostacola il tuo destino, ma che poi lotta per non cambiarlo,
l’altro che incatena il tuo corpo e la tua mente,
l’altro che puoi persino picchiare se solo gli doni un po’ del tuo cuore…
io sono l’altro che tenti di dimenticare ma che nei giorni piovosi torna sempre alla mente …
… io sono l’altro che ti cammina accanto,
l’altro con cui i tuoi pensieri parlano,
l’altro che se serve deve anche sparire …
… io sono l’altro che raccoglie il vestito incanto
e lo depone nei cassetti del cuore,
per conservarlo sino a quando sentirai di nuovo il bisogno d’amare…
io sono l’altro …
l’altro che aspetta …
… l’altro che aspetti …

Maluan

il lato oscuro dell'amore

... a volte può accadere ...
... di dover custodire un’idea piuttosto che stringere una realtà,
di ricordare piuttosto che avere,
di piangere piuttosto che ridere,
di rincorrere piuttosto che attendere ...
è il lato oscuro dell’amore che si manifesta ...
... così affascinante da far persino impallidire quello luminoso ...
Sensazioni contrastanti si alternano allora nell’essere …
... odio e amore,
dolore e piacere,
speranza e rimpianto ...
... la vittima fronteggia il suo carnefice e lentamente va alla deriva su esili lastre di ghiaccio rafforzate dal gelo dell’indifferenza ...
... a volta può accadere ...
... che il troppo silenzio divenga talmente forte da poter essere udito,
così importante da non poter essere più ignorato ...
è il lato oscuro dell’amore che reclama la sua parte di dolore ...
che impedisce alle ferite di rimarginarsi ...
che pretende che il sangue fuoriesca,
che il cuore conservi,
e che la mente ricordi ...
... a volte può accadere ...

Maluan