Martedì pomeriggio giungo a Milano, il tempo è nuvoloso ma non fa particolarmente freddo, ho l'abito delle grandi occasioni, ma non di quelle grandissime, ci tengo a fare bella figura con i tedeschi ma non esageriamo… ho un appuntamento con Andrea GRUGER proprio nei pressi nella chiesa di San Maurizio… chissà perché avrà scelto quel luogo, non certo per i meravigliosi affreschi o per i concerti di musica sacra che comunque si tengono solamente in particolari serate… sono in anticipo, mi guardo attorno e tento di individuare il luogo dell'appuntamento — la sua segretaria, tedesca anche lei, mi ha informato che: "Andrea GRUGER non ama aspettare sarà lì per le 17.00 le raccomando la puntualità"… certo la puntualità, la teutonica voce della donna mi ha messo talmente in ansia che adesso sono le 16.30 e gironzolo per la via Magenta in attesa dell'incontro… il signor GRUGER, tipo strano mai visto ne conosciuto ma il suo nome aleggia "nell'ambiente" circondato da un aurea quasi magica… è un tosto, sa il fatto suo… nella mia 24 ore gli importanti documenti che dovrò consegnargli… mi chiedo perché non sia stato inviato tutto via e-mail… meglio di no, mi è stato detto che il signor GRUGER potrebbe volere dei chiarimenti immediati, niente di più facile visto che all'appuntamento si presenterà personalmente… nell'attesa ostento la mia caratteristica sicurezza che proprio oggi guarda caso non ho… controllo l'orologio, ancora le 16.30… non è possibile sono qui da una vita, si sarà fermato… no l'orologio funziona benissimo è l'agitazione che fa brutti scherzi… adesso piantala è solo lavoro e comunque hai fatto di peggio che consegnare un semplice plico di documenti all'uomo del mistero… si l'uomo del mistero non sono l'unico a non averlo mai visto e conosciuto persino in "agenzia" si hanno poche informazioni su di lui… passeggio lentamente osservando le vetrine dei negozi, proprio come quella volta in cui mi ritrovai senza nemmeno accorgermene nel cimitero Monumentale, ma questa è un'altra storia… il bar Magenta, mi siedo a un tavolino esterno e osservo il passaggio dei turisti …"un caffè macchiato grazie"… ma come farò a riconoscere GRUGER avrà mica il cartello appeso al collo? "… non si preoccupi GRUGER riconoscerà lei …" mi aveva assicurato la segretaria — "… va bene ma co …" — stronza! Mi ha messo giù il telefono… le 16.45… aspetto ancora… anzi quasi quasi arrivo in ritardo così faccio vedere che per noi tutto questo è assolutamente normale… idea stupida, non siamo mica a una festa di compleanno dove i migliori arrivano per ultimi… mi dirigo verso la chiesa e aspetto… e aspetto… e aspetto… le 17.00, da un momento all'altro Andrea GRUGER si materializzerà e finalmente farò la sua conoscenza… assumo un atteggiamento inamidato ritto nel mio abito scuro… forse è meglio indurire l'espressione… aspetto… aspetto… le 17.05… GRUGER non ama aspettare… mentre a me piace invece… le 17.30… inizio a gridare allo scandalo… senza la puntualizzazione della segretaria avrei anche tollerato ma così no… così proprio non mi va… passeggio… attraverso la strada a questo punto non voglio fare la figura di quello che aspetta invano al suo primo appuntamento… le 18.00… le 18.30… chiamo l'agenzia per chiudere istruzioni …"… è troppo importante …" mi rispondono: "… aspetta lì, anche tutta la notte se è necessario …" — tutta la notte… si aspetterò anche tutto il mese ma caro signor GRUGER ti assicuro che mi sentirai tu e la tua segretaria del cazzo, non so quanto tu sia importante ma quattro e forse anche otto te le dico… le 20.00 oramai il "pacco" è confezionato… questo non arriva più… mi risiedo ai tavolini del bar Magenta tanto l'ingresso della chiesa e visibile anche da qui …"un caffè… si un altro che c'è di strano …"… le 21.00… adesso il tempo ha ripreso a volare… le strade sciamano di turisti che si sono riversati in centro per cenare nei caratteristici localini all'aperto… potrei cenare anche io… e se poi questo arriva? Che rabbia, che palle, che palle, che rabbia… mi volto per richiamare l'attenzione del cameriere… mi farò portare la lista magari prendo qualcosa di veloce… alzo la mano… però?! Sono talmente arrabbiato da non aver notato subito la signora seduta al tavolino accanto al mio… peccato che sia alle mie spalle… mi alzo, fingo di andare in bagno e, visto che ci sono ci vado sul serio, e dopo qualche minuto ritorno a sedermi cambiando sedia in maniera tale da poter tenere sempre sott'occhio l'ingresso di San Maurizio e da poter osservare senza torcicollo la bella signora… bella si proprio bella… elegante nel suo tailleur scuro ed eccitante nel suo modo di accavallare le gambe che mostrano poco e niente… quanto basta… legge una rivista, forse attende qualcuno… sicuramente una donna così non può essere sola… mi sono distratto ritorno con la sguardo sul portone della chiesa… nulla… nessuno che aspetta… nessuno che passa… nessuno insomma… mi riconcentro su di lei… mi guarda puntandomi contro due fari luminosi di un colore azzurro intenso… è solo un attimo, ritorna alla sua lettura dopo essersi assestata meglio sulla sedia… il lieve movimento fa salire su la gomma di qualche millimetro quel tanto che basta da scoprire l'interno delle cosce avvolte in calze setose e trasparenti che danno una piacevole sensazione di morbidezza… avverto un formicolio che dal fondo schiena si diffonde per tutto il corpo… poco serio vista la circostanza anche se devo dire che adesso non mi pesa più così tanto attendere anche tutta la notte il signor GRUGER. Rapido sguardo al portone della chiesa e poi mi riconcentro su qualcosa che per me è altrettanto sacro, la mia vicina di tavolo… è proprio splendida… il volto chino sulla rivista leggermente illuminato dalla luce della candela posta sul tavolino, mentre le dita lunghe e affusolate sistemano delicatamente, dietro l'orecchio, una ciocca di capelli ribelli gialli come il sole. Si volta quasi improvvisamente e mi "becca" mentre sono in contemplazione… distolgo imbarazzato lo sguardo e con la coda dell'occhio scorgo che posa la rivista sul tavolo… sbircio nuovamente… mi osserva, ammiccante, spregiudicata… e un attimo dopo è al mio tavolo… — "… è in ritardo la persona che aspetti?" — La voce chiara e accogliente priva di alcuna inflessione — "Si… cioè no… cioè forse …" — Non mi sono rincretinito di colpo, vorrei che si sedesse al mio tavolo ma poi penso che da un momento all'altro potrebbe arrivare GRUGER… che mi frega del mangia patate della malora, dopo cinque ore di ritardo potrà aspettare un oretta lui no?! Percepisce il mio dilemma — "Ma forse sono arrivata in un momento sbagliato?!" — "No no assolutamente rimani ti prego… posso offriti qualcosa?" — "Certo un long island" — Cavolo un long Island… ci va forte. Ordiniamo e poco dopo il cameriere fa ritorno con due generosi bicchieri colmi fino al bordo del terribile liquido superalcolico. Lo assaggio e il dolciastro sapore mi riporta subito indietro nel tempo, qualche anno prima quanto i miei colleghi per la prima volta me lo fecero assaggiare — "… tranquillo è come il the…" mi disse uno di loro e da quel momento il long island perse il suo nome originale e divenne per noi "il the"… oramai al nostro amico barista "Paki" bastava dire "il the" che immediatamente preparava consistenti caraffe ricolme di litri dell'esplosiva bevanda. Un giorno una mia collega di lavoro tanto casta quanto figa mi chiese di accompagnarla al bar in quanto voleva bere qualcosa di caldo… lei ordinò un the e io, per essere gentile chiesi di portarne due… indovinate un po' cosa ci portò Paki… — Ma sono qui adesso con la mia apparizione, sono qui con una splendida donna che ironia della sorte ha i miei stessi gusti, almeno nel bere… parla mi racconta di se… di quanto le piaccia questa città e di come si senta viva ogni volta che viene in Italia… non le chiedo nulla, annuisco come un ebete… non sono un imbranato, non sempre almeno, ma la situazione è alquanto comica… aspetto un "pezzo grosso" tedesco in ritardo di almeno sei ore, ho una valigetta con documenti assai importanti e fra un long island e l'altro devo tenere sotto controllo il portone di San Maurizio e intrattenere la meravigliosa creatura che per questa sera ha deciso di concedermi la sua compagnia…
Mezzanotte e mezza… siamo già al quarto drink… ho la mente annebbiata, un bicchiere nella mano destra e la valigetta stretta tra le scarpe… le dita della mano sinistra invece tamburellano sul tavolo proprio nei pressi della mano della mia nuova amica che continua a parlare senza mai smettere. Ascolto a volte annuendo a volte partecipando mostrando un finto interesse, sbirciando di tanto in tanto le rotondità che i seni disegnano sulla sottile camicetta… come uno squalo attorno alla preda attendo sornione il momento propizio, la situazione favorevole, insomma il classico "varco" che mi consenta di infilarmi oltre le difese nemiche… Dio se è bella, la fiammella tremolante della romantica candela le danza sul viso evidenziandole ancor di più il rossore sulle gote provocato dall'alcool… la guardo, anzi la fisso in maniera più che mai spregiudicata… lei smette di parlare, poggia il mento sul dorso della mano e mi fissa a sua volta sorridente, quasi divertita, forse anche lei attende qualcosa… solo adesso mi accorgo di una impercettibile sbavatura del rossetto sulle labbra scarlatte… sarà per l'alcool che come dicono le mie amiche mi rende molesto, sarà per la situazione inusuale o forse per il forte richiamo dei sensi, ma quasi senza accorgermene le poggio la mano sul viso facendo scorrere il pollice lungo la rossa sbavatura… dopo un impercettibile sussulto si rilassa, mi accoglie… estasiato percorro i contorni delle sue labbra sentendole turgide e umide… mi blocca all'improvviso la mano… forse ho esagerato, anzi sicuramente ho esagerato… posso sempre dare la colpa al long island e raccontarle la storiella del the di Paki… inaspettatamente avverto però la punta della sua lingua stuzzicare il polpastrello del pollice, che dopo l'improvvisa interruzione è rimasto pietrificato proprio lì tra le labbra… il contatto risveglia i miei sensi… mi riconcentro su di lei… il suo viso è cambiato e il taglio degli occhi ha acquisito una forma tale da rendere il suo sguardo sensuale e torbido… il mio sesso, già da tempo eretto, pulsa incontrollato trastullandosi contro il tessuto del pantalone. "Abito poco lontano" — sussurra senza distogliere le labbra dal mio dito — il rossetto oramai disfatto si diffonde ovunque mescolato al lieve strato di saliva prodotto dal movimento circolare della lingua …"abita poco lontano" ripeto tra me in trance… ragazzi questa non è la vita vera, questo è un film porno alla "Rocco Sifredi"! Avete presente quelli che lui è in casa da solo e improvvisamente suona la vicina strafiga e in calore che con la scusa della tazzina di zucchero si china e glielo prende in bocca, e come se non bastasse un attimo dopo entra senza bussare quella del piano di sotto, ancora più strafiga, venuta per lamentarsi dei rumori che provengono dall'appartamento, che nel vedere la situazione non fugge via inorridita ma sorride divertita e partecipa anche lei al "banchetto", questa si che è solidarietà tra condomini… sono qui ad aspettare GRUGER e mi ritrovo con il pollice tra le labbra di un'altrettanto strafiga degna di quei film che mi invita nel suo vicino appartamento… mentre rifletto su queste improbabili situazioni, mi ritrovo a camminare a braccetto della bella signora che mi conduce senza parlare verso la stradina sita al lato di San Maurizio; prima di tuffarmi nel dedalo di viuzze lancio un ultima occhiata verso il portone della chiesa; in piedi, poco distante dagli scalini, un signore grassoccio con abito scuro e ventiquattrore al seguito; per un attimo incrociamo gli sguardi interrogandoci l'uno con l'altro… — "… sarai tu?" — penso tra il divertito e il preoccupato, il grassoccio mi segue con lo sguardo, forse ha visto in me un qualcosa di familiare, in fondo "tra di noi" ci riconosciamo sempre… mi allontano sempre più indifferente con l'aria del bimbo che ha commesso una marachella e ancora non sa se la farà franca. Giungiamo infine nei pressi un cancello in ferro semi aperto che conduce in un piccolo giardino, in due passi lo attraversiamo e giungiamo in un raffinato ingresso dominato da due scalinate… il portiere, in livrea da grande hotel, saluta accennando un inchino col capo. Il classico palazzo d'epoca completamente ristrutturato da "ventimila euro al metro quadro"… saliamo a piedi al secondo piano… lei mi precede e nonostante la mente annebbiata riesco a non perdere di vista i favolosi glutei avvolti nella stretta gonna… si intravede appena la linea del sottile perizoma… la raggiungo e mentre l'affianco le poggio la mano sulle chiappe di una consistenza marmorea… per tutta risposta volta la testa verso di me infilandomi la lingua nella bocca semichiusa… saliamo così l'ultima rampa di scale… senza staccarsi cerca la chiave nella borsetta e sempre nella stessa posizione la infila nella toppa… apre, varchiamo la soglia dell'elegante appartamento, finalmente posso lanciare in un angolo la valigetta e con la mano libera posso toccarle il seno… ma non subito… non subito… con l'esterno della mano sfioro appena la camicetta di seta soffermandomi con le nocche delle dita sulle protuberanze dei capezzoli… l'indice accenna appena a infilarsi nello spazio presente tra i due bottoni… lentamente, tanto lentamente… avverto ora il tessuto del reggiseno… per un attimo ripercorro col polpastrello il contorno del pizzo avvertendo nel contempo la pelle calda e morbida… la sento… mi sente… sente il mio desiderio… il suo respiro diventa affannoso e, mentre con la mano sinistra mi afferra il mento e le guance, con la lingua esplora ogni angolo della mia bocca… geme… di tanto in tanto si ritrae per ripassarmi con la punta della lingua il contorno delle labbra… mi lecca la faccia sino a raggiungere il lobo dell'orecchio che afferra con le labbra e subito dopo con i denti… il leggero mordicchio mi provoca una scossa elettrica lungo il collo… si muove dimenando le natiche contro la mia mano che adesso centimetro dopo centimetro ha sollevato su la gonna… le afferro la nuda chiappa con decisione e comincio a palparla con forza separandola dalla sua gemella… si volta verso di me poggiandosi completamente al mio corpo… sento la sua passione, la sua voglia, il suo desiderio… poggia la mano sui pantaloni afferrando il mio sesso duro e nervoso stringendolo con forza… perdo ogni controllo e spingendola contro il muro le apro con rabbia la camicetta facendole saltare qualche bottone… si inarca contro di me offrendomi i seni ancora racchiusi nel sexy reggiseno… comincio a baciarle il collo o forse lo lecco… le mani tirano giù la camicetta poggiandola sui gomiti e subito dopo fanno lo stesso con le spalline del reggiseno scoprendo interamente i generosi seni… ho voglia… ho tanta voglia… le grosse tette sono nelle mie mani, morbide e consistenti… le dita stringono la parte inferiore mentre i pollici sollecitano i turgidi capezzoli… mi volto… un tavolo, forse una scrivania non so… senza staccarle le mani dai seni la conduco contro il mobile e la sdraio sul piano di legno… sono su di lei… solleva il capo porgendomi le labbra e la lingua, un bacio passionale che dura un'eternità… avido, famelico, rimpiango di avere solo due mani… calma… non è così che funziona… stai pensando solo a te stesso… le afferro i polsi e con decisone li porto su altre la sua testa… mi asseconda e finge resistenza tentando di sollevare il capo per liberarsi… va bene giochiamo… la volto con forza torcendole i polsi dietro la schiena e nel contempo mi poggio sulla fessura posta tra i due glutei per farle saggiare la consistenza del mio desiderio… ribelle come non mai si inarca all'indietro offrendomi il bianco collo che lecco con perizia sino all'attaccatura dei capelli… senza lasciarle i polsi la spingo giù in avanti distendendola completamente sul tavolo… si abbandona completamente comprimendo i seni sul duro piano voltando nel contempo il viso verso di me e mostrandomi i suoi lineamenti trasfigurati dall'estasi e dalla lussuria… mi slaccio la cintura dei pantaloni e tiro giù la cerniera estraendo il pene che balza furente fuori dai boxer come un pupazzo a molla appena liberato dalla sua scatola; immagino la scena e per un attimo visualizzo il mio affare con una parrucca da clown che ballonzola ridente… mi sforzo per non ridere, poco serio lo so ma grazie a questa stratagemma ho superato il momento cruciale ed evitato di far naufragare l'orgoglio italiano sulla gonna scura della splendida sconosciuta che sicuramente non si è accorta di nulla… il pupazzo… ehm il pene è oramai fuori, ritto come una statua di marmo… le tiro su la gonna mentre i pantaloni mi cadono sulle ginocchia… sposto di quel tanto che basta il perizoma e punto il glande gonfio e paonazzo contro la fessura stretta e umida… avverto una strenue resistenza mentre penetro con forza e decisione… un sussulto del suo corpo seminudo contrasta con la mia mano che ancora non si decide a liberarle i polsi… si rilassa nuovamente stremata abbandonandosi al piacere… geme e a gran voce urla e implora di continuare e non smettere mai… vampate di calore mi sorprendono diffondendosi alle ginocchia alla schiena… è arrivato il momento di visualizzare la nonna morta per salvaguardare nuovamente il "made in Italy", e così tra un "pupazzo a molla" e un "funerale della nonna" supero anche questo momento… la situazione mi carica e comincio ad affondare impietoso sul corpo sdraiato, le libero i polsi, lentamente porta le braccia in avanti afferra con una mano destra il bordo della scrivania mentre porta quella sinistra alla bocca mordicchiandosi le nocche… libero da impedimenti le divarico con le mani le dure chiappe guadagnando ancora alcuni millimetri in penetrazione… chissà come mai in questi momenti mi vengono a mente i pensieri più strani e singolari, strani e singolari quanto Andrea GRUGER che attende avanti al portone di San Maurizio arrabbiandosi magari per il mio ritardo, strani e singolari quanto il mio capo che sbraita per la mia inopportuna assenza, strani e singolari quanto: "quando la rivedrò"… questa donna mi ispira, mi prende talmente tanto che sono qui sulla scrivania a far sesso con lei e già penso alla prossima volta… e sì, sei proprio un incorreggibile sentimentale… mi riconcentro sulla "preda", oramai il "varco" è aperto, in tutti i sensi, devo continuare ad avanzare imperterrito, niente prigionieri… estraggo il pene per il tempo strettamente necessario a voltarla sulla schiena… mi fissa vogliosa, attende un nuovo assalto che non tarda ad arrivare… affondo nuovamente mentre con le dita stuzzico l'interno delle cosce… proseguiamo così a lungo spostandoci infine sul letto… alle prime luci dell'alba, dopo vari assalti, finalmente crolliamo… la battaglia è terminata senza ne vinti ne vincitori… esausti ci addormentiamo.
La stanza è illuminata a giorno, apro timidamente gli occhi tentando di abituarli alla luce del debole sole; scorgo la sua figura poggiata alla finestra semi aperta; la vestaglia semislacciata lascia fuggir via sprazzi di pelle liscia e lucente; si volte e mi osserva languida sorridente, i capelli scompigliati sul viso la rendono più fresca e sbarazzina. Lentamente si avvicina, seducente come non mai, "vorrà mica ricominciare" penso disarmato, "almeno un caffè, un the, anzi il the è meglio di no"… si siede sul bordo del letto e con la mano mi accarezza la guancia; sto per commentare per chiedere le sue impressioni, le sue sensazioni, mi precede …: "vorrei vedere quei documenti adesso", disorientato e inebetito sbiascico qualcosa di sconnesso ma con ara sorniona mette fine a ogni discorso: "il mio nome è Andrea GRUGER".
Maluan
Mezzanotte e mezza… siamo già al quarto drink… ho la mente annebbiata, un bicchiere nella mano destra e la valigetta stretta tra le scarpe… le dita della mano sinistra invece tamburellano sul tavolo proprio nei pressi della mano della mia nuova amica che continua a parlare senza mai smettere. Ascolto a volte annuendo a volte partecipando mostrando un finto interesse, sbirciando di tanto in tanto le rotondità che i seni disegnano sulla sottile camicetta… come uno squalo attorno alla preda attendo sornione il momento propizio, la situazione favorevole, insomma il classico "varco" che mi consenta di infilarmi oltre le difese nemiche… Dio se è bella, la fiammella tremolante della romantica candela le danza sul viso evidenziandole ancor di più il rossore sulle gote provocato dall'alcool… la guardo, anzi la fisso in maniera più che mai spregiudicata… lei smette di parlare, poggia il mento sul dorso della mano e mi fissa a sua volta sorridente, quasi divertita, forse anche lei attende qualcosa… solo adesso mi accorgo di una impercettibile sbavatura del rossetto sulle labbra scarlatte… sarà per l'alcool che come dicono le mie amiche mi rende molesto, sarà per la situazione inusuale o forse per il forte richiamo dei sensi, ma quasi senza accorgermene le poggio la mano sul viso facendo scorrere il pollice lungo la rossa sbavatura… dopo un impercettibile sussulto si rilassa, mi accoglie… estasiato percorro i contorni delle sue labbra sentendole turgide e umide… mi blocca all'improvviso la mano… forse ho esagerato, anzi sicuramente ho esagerato… posso sempre dare la colpa al long island e raccontarle la storiella del the di Paki… inaspettatamente avverto però la punta della sua lingua stuzzicare il polpastrello del pollice, che dopo l'improvvisa interruzione è rimasto pietrificato proprio lì tra le labbra… il contatto risveglia i miei sensi… mi riconcentro su di lei… il suo viso è cambiato e il taglio degli occhi ha acquisito una forma tale da rendere il suo sguardo sensuale e torbido… il mio sesso, già da tempo eretto, pulsa incontrollato trastullandosi contro il tessuto del pantalone. "Abito poco lontano" — sussurra senza distogliere le labbra dal mio dito — il rossetto oramai disfatto si diffonde ovunque mescolato al lieve strato di saliva prodotto dal movimento circolare della lingua …"abita poco lontano" ripeto tra me in trance… ragazzi questa non è la vita vera, questo è un film porno alla "Rocco Sifredi"! Avete presente quelli che lui è in casa da solo e improvvisamente suona la vicina strafiga e in calore che con la scusa della tazzina di zucchero si china e glielo prende in bocca, e come se non bastasse un attimo dopo entra senza bussare quella del piano di sotto, ancora più strafiga, venuta per lamentarsi dei rumori che provengono dall'appartamento, che nel vedere la situazione non fugge via inorridita ma sorride divertita e partecipa anche lei al "banchetto", questa si che è solidarietà tra condomini… sono qui ad aspettare GRUGER e mi ritrovo con il pollice tra le labbra di un'altrettanto strafiga degna di quei film che mi invita nel suo vicino appartamento… mentre rifletto su queste improbabili situazioni, mi ritrovo a camminare a braccetto della bella signora che mi conduce senza parlare verso la stradina sita al lato di San Maurizio; prima di tuffarmi nel dedalo di viuzze lancio un ultima occhiata verso il portone della chiesa; in piedi, poco distante dagli scalini, un signore grassoccio con abito scuro e ventiquattrore al seguito; per un attimo incrociamo gli sguardi interrogandoci l'uno con l'altro… — "… sarai tu?" — penso tra il divertito e il preoccupato, il grassoccio mi segue con lo sguardo, forse ha visto in me un qualcosa di familiare, in fondo "tra di noi" ci riconosciamo sempre… mi allontano sempre più indifferente con l'aria del bimbo che ha commesso una marachella e ancora non sa se la farà franca. Giungiamo infine nei pressi un cancello in ferro semi aperto che conduce in un piccolo giardino, in due passi lo attraversiamo e giungiamo in un raffinato ingresso dominato da due scalinate… il portiere, in livrea da grande hotel, saluta accennando un inchino col capo. Il classico palazzo d'epoca completamente ristrutturato da "ventimila euro al metro quadro"… saliamo a piedi al secondo piano… lei mi precede e nonostante la mente annebbiata riesco a non perdere di vista i favolosi glutei avvolti nella stretta gonna… si intravede appena la linea del sottile perizoma… la raggiungo e mentre l'affianco le poggio la mano sulle chiappe di una consistenza marmorea… per tutta risposta volta la testa verso di me infilandomi la lingua nella bocca semichiusa… saliamo così l'ultima rampa di scale… senza staccarsi cerca la chiave nella borsetta e sempre nella stessa posizione la infila nella toppa… apre, varchiamo la soglia dell'elegante appartamento, finalmente posso lanciare in un angolo la valigetta e con la mano libera posso toccarle il seno… ma non subito… non subito… con l'esterno della mano sfioro appena la camicetta di seta soffermandomi con le nocche delle dita sulle protuberanze dei capezzoli… l'indice accenna appena a infilarsi nello spazio presente tra i due bottoni… lentamente, tanto lentamente… avverto ora il tessuto del reggiseno… per un attimo ripercorro col polpastrello il contorno del pizzo avvertendo nel contempo la pelle calda e morbida… la sento… mi sente… sente il mio desiderio… il suo respiro diventa affannoso e, mentre con la mano sinistra mi afferra il mento e le guance, con la lingua esplora ogni angolo della mia bocca… geme… di tanto in tanto si ritrae per ripassarmi con la punta della lingua il contorno delle labbra… mi lecca la faccia sino a raggiungere il lobo dell'orecchio che afferra con le labbra e subito dopo con i denti… il leggero mordicchio mi provoca una scossa elettrica lungo il collo… si muove dimenando le natiche contro la mia mano che adesso centimetro dopo centimetro ha sollevato su la gonna… le afferro la nuda chiappa con decisione e comincio a palparla con forza separandola dalla sua gemella… si volta verso di me poggiandosi completamente al mio corpo… sento la sua passione, la sua voglia, il suo desiderio… poggia la mano sui pantaloni afferrando il mio sesso duro e nervoso stringendolo con forza… perdo ogni controllo e spingendola contro il muro le apro con rabbia la camicetta facendole saltare qualche bottone… si inarca contro di me offrendomi i seni ancora racchiusi nel sexy reggiseno… comincio a baciarle il collo o forse lo lecco… le mani tirano giù la camicetta poggiandola sui gomiti e subito dopo fanno lo stesso con le spalline del reggiseno scoprendo interamente i generosi seni… ho voglia… ho tanta voglia… le grosse tette sono nelle mie mani, morbide e consistenti… le dita stringono la parte inferiore mentre i pollici sollecitano i turgidi capezzoli… mi volto… un tavolo, forse una scrivania non so… senza staccarle le mani dai seni la conduco contro il mobile e la sdraio sul piano di legno… sono su di lei… solleva il capo porgendomi le labbra e la lingua, un bacio passionale che dura un'eternità… avido, famelico, rimpiango di avere solo due mani… calma… non è così che funziona… stai pensando solo a te stesso… le afferro i polsi e con decisone li porto su altre la sua testa… mi asseconda e finge resistenza tentando di sollevare il capo per liberarsi… va bene giochiamo… la volto con forza torcendole i polsi dietro la schiena e nel contempo mi poggio sulla fessura posta tra i due glutei per farle saggiare la consistenza del mio desiderio… ribelle come non mai si inarca all'indietro offrendomi il bianco collo che lecco con perizia sino all'attaccatura dei capelli… senza lasciarle i polsi la spingo giù in avanti distendendola completamente sul tavolo… si abbandona completamente comprimendo i seni sul duro piano voltando nel contempo il viso verso di me e mostrandomi i suoi lineamenti trasfigurati dall'estasi e dalla lussuria… mi slaccio la cintura dei pantaloni e tiro giù la cerniera estraendo il pene che balza furente fuori dai boxer come un pupazzo a molla appena liberato dalla sua scatola; immagino la scena e per un attimo visualizzo il mio affare con una parrucca da clown che ballonzola ridente… mi sforzo per non ridere, poco serio lo so ma grazie a questa stratagemma ho superato il momento cruciale ed evitato di far naufragare l'orgoglio italiano sulla gonna scura della splendida sconosciuta che sicuramente non si è accorta di nulla… il pupazzo… ehm il pene è oramai fuori, ritto come una statua di marmo… le tiro su la gonna mentre i pantaloni mi cadono sulle ginocchia… sposto di quel tanto che basta il perizoma e punto il glande gonfio e paonazzo contro la fessura stretta e umida… avverto una strenue resistenza mentre penetro con forza e decisione… un sussulto del suo corpo seminudo contrasta con la mia mano che ancora non si decide a liberarle i polsi… si rilassa nuovamente stremata abbandonandosi al piacere… geme e a gran voce urla e implora di continuare e non smettere mai… vampate di calore mi sorprendono diffondendosi alle ginocchia alla schiena… è arrivato il momento di visualizzare la nonna morta per salvaguardare nuovamente il "made in Italy", e così tra un "pupazzo a molla" e un "funerale della nonna" supero anche questo momento… la situazione mi carica e comincio ad affondare impietoso sul corpo sdraiato, le libero i polsi, lentamente porta le braccia in avanti afferra con una mano destra il bordo della scrivania mentre porta quella sinistra alla bocca mordicchiandosi le nocche… libero da impedimenti le divarico con le mani le dure chiappe guadagnando ancora alcuni millimetri in penetrazione… chissà come mai in questi momenti mi vengono a mente i pensieri più strani e singolari, strani e singolari quanto Andrea GRUGER che attende avanti al portone di San Maurizio arrabbiandosi magari per il mio ritardo, strani e singolari quanto il mio capo che sbraita per la mia inopportuna assenza, strani e singolari quanto: "quando la rivedrò"… questa donna mi ispira, mi prende talmente tanto che sono qui sulla scrivania a far sesso con lei e già penso alla prossima volta… e sì, sei proprio un incorreggibile sentimentale… mi riconcentro sulla "preda", oramai il "varco" è aperto, in tutti i sensi, devo continuare ad avanzare imperterrito, niente prigionieri… estraggo il pene per il tempo strettamente necessario a voltarla sulla schiena… mi fissa vogliosa, attende un nuovo assalto che non tarda ad arrivare… affondo nuovamente mentre con le dita stuzzico l'interno delle cosce… proseguiamo così a lungo spostandoci infine sul letto… alle prime luci dell'alba, dopo vari assalti, finalmente crolliamo… la battaglia è terminata senza ne vinti ne vincitori… esausti ci addormentiamo.
La stanza è illuminata a giorno, apro timidamente gli occhi tentando di abituarli alla luce del debole sole; scorgo la sua figura poggiata alla finestra semi aperta; la vestaglia semislacciata lascia fuggir via sprazzi di pelle liscia e lucente; si volte e mi osserva languida sorridente, i capelli scompigliati sul viso la rendono più fresca e sbarazzina. Lentamente si avvicina, seducente come non mai, "vorrà mica ricominciare" penso disarmato, "almeno un caffè, un the, anzi il the è meglio di no"… si siede sul bordo del letto e con la mano mi accarezza la guancia; sto per commentare per chiedere le sue impressioni, le sue sensazioni, mi precede …: "vorrei vedere quei documenti adesso", disorientato e inebetito sbiascico qualcosa di sconnesso ma con ara sorniona mette fine a ogni discorso: "il mio nome è Andrea GRUGER".
Maluan