... e un giorno il Furore emerse dal mare, guerriero malvagio,
armato di odio,
bruciati dal sole, i lunghi capelli, dal capo pendevan guizzanti e spinosi,
il corpo salmastro, bagnato e lucente, informe sfidava il vento impetuoso,
schiumante di rabbia il tramonto osservava geloso e avvilito da tanta
bellezza,
impotente agitava le braccia nel vuoto a tratti scuotendo le placide onde
che meste attendevan il brillar della luna ...
... e un giorno il Furore arrivò sulla terra, potente, arrogante,
padrone del tempo,
vagò per le strade di sudicia melma tra gente violenta a lui assai devota,
scoprì molto presto di essere a casa tra uomini persi, bastardi, funesti,
versò il suo fardello di pianti e lamenti e attese paziente il calar della notte
...
... la notte del mondo, il buio dei tempi, la fine di tutto:
dell'odio e dolore, della rabbia infinita ... dello stesso Furore ...
cosi adirato, pensando alla morte, urlò la sua rabbia alle ere a venire,
scrollate le spalle da guerre e disastri, scagliò verso il cielo brandelli
di corpi macchiando di sangue le bianche galassie,
e infine spossato da tanto livore, sedette sul prato vicino ad
un fiore che lento sbocciava incurante dell'odio che solo il Furore sapeva
emanare …
… capì solo adesso che nulla poteva contro la vita che attorno a lui
nasceva,
poteva strappare quel debole fiore ma nemmeno il Furore avrebbe distrutto
l' amore ...
Maluan
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